
Uno sguardo a “ciò che crediamo sia giusto” aiutati dalla Numerologia
Uno sguardo a “ciò che crediamo sia giusto” aiutati dalla Numerologia
“La strada per l’ inferno è lastricata di buone intenzioni”
Come spunto di partenza nella stesura di questo breve articolo ho scelto una citazione che esprime
degnamente e sinteticamente il significato del tema centrale che tratterò.
Nel percorso di vita di ogni essere umano che abbia l’ ardire di esplorarsi con serietà è opportuno in primis
mettersi in discussione, essendo disposti anche a portare alla luce le pseudo-sicurezze su cui talvolta
basiamo la nostra percezione e di conseguenza le nostre azioni. La citazione sovraesposta, se letta in chiave
evolutiva, risuona come un monito a fermarci, a fare un lavoro di introspezione che ci permetta di porci le
“giuste domande” per noi e per chi ci sta accanto; gli esempi pratici di situazioni iniziate con le più buone
intenzioni e poi concluse rovinosamente sono sotto gli occhi di tutti e azzardo a dire che ognuno di noi
almeno una volta si è trovato nella situazione di dover ammettere che le scelte fatte basandosi su alcune
convinzioni del momento non sono state le più azzeccate. D’ altro canto è anche vero che si impara con l’
esperienza e se “sbagliare è umano” è altresì vero che “perseverare è diabolico”. Un bel dilemma questo,
che ci pone nella giusta condizione d’ animo per iniziare ad ascoltarci e ci sprona ad interrogarci sul nostro
andare in questo viaggio di ri-scoperta di noi che è la vita.
Lasciando perdere la concezione dualistica di giusto e sbagliato che empiricamente ha dimostrato più e più
volte la sua fallacità, lasciando andare il giudizio che abbiamo sul mondo e soprattutto su di noi, vi chiedo di
aprirvi ad una nuova, per meglio dire, rinnovata prospettiva. Questa “prospettiva rinnovata” diventa reale
nella misura in cui possiamo esprimerci con libertà nel complesso teatro della manifestazione; in sostanza
più noi siamo “noi stessi” più siamo liberi, ed è in questo frangente che apriamo uno “spazio” ed emerge
con fragorosa forza la nostra vitalità.
Perché alcune persone sono convinte di qualcosa e altre dell’ esatto contrario? Cos’ è quella forza che
spinge ad agire in una direzione alcuni e nella direzione opposta altri? Siamo veramente convinti che ciò
che facciamo sia, per rimanere in tema, l’ unica via possibile per il “paradiso”? Ciò che va bene per me va’
bene anche per il mio prossimo? La strada che scelgo oggi andrà bene anche domani?
Bisogna ricordarsi che le condizioni in cui siamo cresciuti, l’ educazione, la società, il tempo e le relazioni
che abbiamo intrapreso, ci hanno condizionato e continuano a condizionarci, volenti o nolenti. Ma è
auspicabile anche tenere a mente che ognuno di noi, anche in tenera età, reagiva diversamente a gli stessi
stimoli; un cane poteva essere una figura amica per l’ uno e una minaccia terrifica per l’ altro. Da cosa
dipendono queste differenti percezioni che generano reazioni opposte?
La Numerologia ci viene in aiuto nel decifrare questa complessa situazione, portando a galla le peculiarità
che ci contraddistinguono e mettendo in risalto alcune caratteristiche che sono uniche della persona. La
numerologia si può definire come una scienza antica, le cui prime testimonianze si attribuiscono al popolo
Caldeo (3.500 a.C. circa), anche se le reali origini di questa disciplina si perdono nei meandri della storia. In
questo approccio i numeri vengono interpretati in senso “qualitativo” e non solo come quantità,
attribuendo ad ogni numero un significato preciso; la numerologia inoltre tiene conto della relazione che si
instaura tra i numeri ed è per questo che una “Mappa Numerologica” è un insieme di numeri, aventi
ognuno un proprio significato se presi singolarmente, e aventi altri significati se relazionati assieme.
Il quadro complessivo che ne esce forma una vera e propria mappa che una persona, con l’ aiuto del
professionista numerologo può decifrare, avendo così una più chiara visione di sé.
Abbiamo detto che ogni persona è la risultante dei condizionamenti subiti ma è anche composta da una
parte che per sua natura è unica ed irripetibile. Per questi motivi utilizzando la Numerologia possiamo
iniziare a comprendere il perché una persona, reagisce diversamente agli stessi stimoli. Ci sono svariati
numeri che possono essere interpretati e tradotti nella stesura di un tema numerologico ma per farvi un
esempio concreto e per semplificare, voglio riportare le parole di AUSTIN COATES, autore del libro
“NUMEROLOGIA” che cito testualmente e poi commento:
“Quando un ragazzo 5 è nell’ età della crescita, non soltanto è spesso irriverente e irritante, ma dà anche l’
impressione che diverrà come la pietra che rotola e non fa muschio…Quando un ragazzo 5 è così, è
importante non ingerirsi nelle sue faccende anche se può capitare che sia in ritardo con gli studi. E’
semplicemente IL MODO DI CRESCERE DEL 5. Quando sarà adulto diverrà completo. Se qualcuno,
specialmente i suoi genitori, si ingerisce troppo nelle sue faccende quando è ancora giovinetto, egli
soffocherà l’ ambizione nella sua frustrazione subconscia e, valendosi delle sue qualità sociali finirà (con
probabilità) col divenire un dilettante.”
Ora, questo è un estratto di un testo di numerologia che va’ contestualizzato. In questo estratto si parla in
modo estremo di una personalità che sia fissata solo nel numero 5, caso molto raro. Tuttavia dopo aver
seguito numerose persone con la numerologia, di cui la maggior parte adolescenti, posso affermare per
esperienza che se una persona ha tra i suoi numeri principali il 5, lo scritto di Coates si avvicina
clamorosamente alla verità. Il 5 non ha solo queste caratteristiche e va’ tenuto conto di questo numero in
relazioni agli altri della mappa, ma di questo passo andremmo a finire in un’ approfondimento non
necessario ai fini di questo articolo che non intende parlare dei dettagli della Numerologia.
Supponiamo dunque che i genitori di un “ragazzo 5” (lo chiameremo così per semplicità) siano cresciuti
credendo che dare direttive autoritarie e definire la strada per i propri figli sia l’ unica via possibile per la
realizzazione del proprio figlio; supponiamo che questi genitori ricevendo un’ educazione ferrea, siano
riusciti a realizzarsi con determinazione negli ambiti della vita di loro interesse e credendo di fare il bene del
ragazzo utilizzino lo stesso stile educativo che li ha portati al “successo”. Per emulazione utilizzerebbero le
stesse strategie educative dei loro genitori e con grande probabilità otterrebbero i risultati opposti,
frustrazione personale e un pessimo rapporto con il loro figlio. Paradossalmente è la strategia che noi tutti
mettiamo in atto quando siamo completamente “identificati” nelle nostre convinzioni,che di per sé non
sono oggettivamente errate, ma potrebbero diventarlo a seconda della situazione che viviamo e
soprattutto se applicate ad altre persone con caratteristiche diverse dalle nostre.
Avviandoci alla conclusione di questo scritto ritorno all’ affermazione da cui siamo partiti ossia:
“la strada per l’ inferno è lastricata di buone intenzioni”
La scelte che noi tutti facciamo nel corso della nostra vita provengono dal principio del “libero arbitrio” e
sono un nostro diritto. Ciò che ci dirà se siamo sulla strada giusta sono i risultati che otterremo; per risultati
non intendo solo quelli visibili ma anche quelli che possiamo percepire a livello emotivo, mentale, e perché
no, spirituale.
Le domande che possiamo porci variano a seconda degli ambiti. A livello personale potrei chiedermi:
Se le strategie che ho intrapreso non mi fanno sentire felice o realizzato, sono sicuro che siano quelle più
adatte a me? Se continuo a ripetere gli stessi errori o mi ritrovo sempre con gli stessi problemi o le persone
reagiscono sempre allo stesso modo quando mi relaziono con loro, sono gli altri che sono sbagliati o è il mio
modo d’ agire a non essere “funzionale”?
A livello educativo, parlando di educatori, genitori, maestri o professionisti del settore potrei interrogarmi
in questo modo:
Che risultati sta avendo la persona che seguo con questo metodo? E’ conveniente applicare un metodo
educativo a “tutti”, oppure è la persona, il ragazzo, il bambino, che definisce il metodo educativo? Sto
rispettando i tempi, lo spazio, l’autenticità di questo essere umano? Ho delle aspettative personali che
interferiscono nel processo di educazione? Come funziona realmente la persona con cui ho a che fare?
Ho volutamente inserito degli spunti che hanno lo scopo di mettere e metterci in discussione perché da
tempo ormai il mondo ci richiede uno sforzo evolutivo ulteriore che va’ oltre le nostre convinzioni personali
e allo stesso tempo ci aiuta nel renderci migliori verso noi stessi e verso il prossimo.
Le “buone intenzioni” possono portare all’ “inferno” semplicemente perché talvolta manca quel
presupposto fondamentale che ci consente di agire svincolati da schemi e preconcetti: LA CONSOCENZA DI
NOI STESSI. Conoscere chi siamo e come funzioniamo è un processo e sarà normale inciampare qui e là nel
cammino. Al contempo, se non ci conosciamo e non comprendiamo il nostro funzionamento ad un livello
perlomeno accettabile, vivremo le situazioni proprio come un “inferno” e tenderemo a ri-creare le stesse
dinamiche che conducono all’ infelicità. La stessa cosa accade quando ci relazioniamo con gli altri, siano essi
figli, genitori, amici, colleghi ecc…
E’ importante comprendere la lingua con cui il nostro interlocutore comunica e quali sono i ponti che
collegano il nostro mondo al suo. Solo così entreremo realmente in relazione e sarà proprio la qualità della
relazione che determinerà il successo di ognuno in questa interazione.
La più grande paura per ogni essere umano è quella dell’ ignoto, ma oggi vi chiedo di provare ad
immergervi in quella imprevedibilità che può spaventare, di immergervi in quella paura. In quell’ oscurità
sono nascosti i vostri talenti, le vostre potenzialità, la vostra realizzazione, il vostro “scopo”.
Scoprirete che non ci sono limiti se non quelli in cui noi crediamo. E’ lì che l’ “impossibile” diventa
“possibile”, è lì il nostro “paradiso”.
Enrico Ajovalasit
Counselor e Numerologo